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COME AGIRE CON IL POTENZIAMENTO: 

 

DIFFICOLTÀ A SCUOLA, BES e DSA

Il potenziamento è diretto appunto a "potenziare" le abilità che sono risultate difficoltose o deficitarie e prevede: l'organizzazione di attivitàprogrammi ed esercizi personalizzati, secondo obiettivi e tempi preventivamente concordati.

 

Potremmo considerare la valutazione come un check-up, che ci fornisce dei risultati sui quali si può scegliere di lavorare. 

A volte, le diciture ed i termini medici possono spaventare, ma la valutazione permette di definire ed organizzare un percorso di potenziamento delle abilità più deboli.

Di fronte ad abilità che faticano a svilupparsi l'obbiettivo è quello di renderle più funzionali e automatizzate.

​È possibile lavorare sulle abilità di scrittura, lettura, calcolo e comprensione.

LE BASI DI UN PERCORSO DI POTENZIAMENTO:

- sostegno emotivo, per non dubitare delle proprie capacità;

- comprensione dello stile di apprendimento più efficace per affrontare lo studio;

rinforzo delle abilità;

consapevolezza sui metodi e le strategie più efficaci (personalizzati sulla persona);

- promozione dell'autoconsapevolezza sui propri punti di forza e debolezza;

GLI OBBIETTIVI:

Attraverso un buon percorso di potenziamento sarà possibile per il bambino:

- sentirsi più sicuro, e soprattutto più sereno

- aumentare la propria consapevolezza sulle sua abilità

- riconosce e gestire le proprie emozioni

Ricordiamoci che il lavoro più importante è fatto sulla persona: valorizzarla, riconoscerla, nutrendo la sua autostima e la sua autoconsapevolezza per credere in sè vivendo serena.

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A CHI CI SI PUÒ RIVOLGERE?

In base alle difficoltà riscontrate e agli elementi emersi dalla 

valutazione/dal colloquio si sceglierà la figura professionale più idonea

alle necessità tra psicologo, logopedista, educatore, psicomotricista 

(ognuno di questi adeguatamente formato).

QUANTO DURA?

Nonostante sia difficile conoscere la lunghezza precisa del percorso, verrà inizialmente stimata la durata del progetto di potenziamento, il quale ha, in genere, una durata minima di tre mesi.

La frequenza media degli incontri è una volta alla settimana.

PER CHI È PENSATO

DSA:  disturbo a causa del quale una persona intelligente, senza problemi sensoriali, neuropsichiatrici e/o sociali non riesce a rendere automatiche le abilità di:


lettura= dislessia, cioè disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo)
calcolo= discalculia, cioè disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere e operare                          con i numeri);

scrittura= disortografia, cioè disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza                                          ortografica) o disgrafia, cioè disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria)

-comprensione= DCT, cioè difficoltà a comprendere in modo adeguato ciò che si legge, a fronte di buone competenze cognitive generali e buona abilità di decodifica.

Negli ultimi anni la ricerca ha sottolineato che i DSA più che dei “Disturbi” sono delle “Caratteristiche”.

I DSA non sono malattie!

Nel dettaglio vedi in bibliografia il PARCC (Aggiornamento della Consensus Conference 02/2011) sui DSA e le Linee guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento 2021.

BES: i “Bisogni Educati Speciali” e non si riferiscono ad una categoria clinica, quindi non esiste il disturbo BES.

Un bambino con bisogni educativi speciali è un bambino con difficoltà transitorie o permanenti, di natura fisica, biologica, fisiologica, psicologica o sociale, per le quali necessita di una risposta adeguata e personalizzata da parte della scuola. L’area dei bisogni educativi speciali comprende tre grandi sottocategorie: quella della disabilità, quella dei disturbi evolutivi (fra cui i DSA) e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.

Riferimento: decreto ministeriale n.8, prot. 561 del 6/03/2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali”.

DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE: difficoltà transitorie che necessitano di un supporto per essere superate con serenità.

In presenza di certificazione "DSA" la scuola ha l’obbligo di stilare il PDP (legge 170/2010), documento all'interno del quale saranno spiegati gli strumenti compensativi e dispensativi utili per il bambino.
In caso non emergano le basi per una diagnosi DSA ma vengano evidenziate altri tipi di difficoltà (es. memoria, attenzione) può essere riconosciuto un BES "Bisogno Educativo Speciale" (in questo casa la scuola decide se stilare il PDP o meno).



I SEMPRE UTILI PER LA SCUOLA

Raccogliere le idee non è sempre facile, ma a volte basta un piccolo aiuto alla memoria.
Questi quaderni sono strutturati in modo che è possibile aggiungere e/o togliere le pagine delle regole che non sono ancora state svolte e quindi sono 
totalmente personalizzabili in base alle proprie esigenze.

Sono solo per la scuola primaria?!  No! Anche alle medie tornano comodi!



http://www.amazon.it/dp/8898438567/ref=nosim?tag=raggidipsicol-21    le regole di italiano

http://www.amazon.it/dp/8898438575/ref=nosim?tag=raggidipsicol-21     le regole di matematica

http://www.amazon.it/dp/889931778X/ref=nosim?tag=raggidipsicol-21     le regole di grammatica

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QUALI SONO I MOTORI PIÙ POTENTI?

AUTOSTIMA, MOTIVAZIONE, AUTO-CONSAPEVOLEZZA

AUTOSTIMA:

è l'idea, l'opinione che si ha di se stessi. Cioè la propria immagine personale, che ciascuno possiede. 

Cosa accresce l'autostima nei bambini:

-sapere di essere amati e appartenere

-essere incoraggiati a provare cose nuove 

-trovare cose in cui ci si sente capaci e si prova soddisfazione, anche tramite il riconoscimento esterno (elogio).

MOTIVAZIONE:

è l'insieme degli elementi che spingono il comportamento  verso un obiettivo.

Cosa accresce la motivazione nei bambini:

-prefissare obiettivi realizzabili

-i rinforzi interni

-suscitare curiosità

-la possibilità di sbagliare

-perseguire le passioni

-risolvere i problemi in autonomia

PERCORSI DI POTENZIAMENTO EMOTIVO

L'obiettivo del percorso è di supportare i motori interni della motivazione e dell'autostima 

attraverso i giusti feedback esterni.

Questa sarà la strada che porterà nel bambino maggiore fiducia, interesse e soprattutto serenità di fronte alle novità e ai problemi.

Il programma permetterà al bambino di:

"ri-scrivere" le credenze negative in maniera positiva;

avere maggiore consapevolezza dei propri pensieri;

sentirsi più sicuro nelle relazioni;

accrescere la propria autostima.

Gli incontri avvengono con cadenza di una volta alla settimana. 

Durante il 1 colloquio saranno decisi anche momenti di confronto con i genitori.

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DISATTENZIONE

&IPERATTIVITÀ

COSA C'È DIETRO LE ETICHETTE

In italiano

 

- DDAI= Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività

 

In inglese 

 

- ADHD= Attention Deficit Hyperactivity Disorder 

 

- ADD= Attention Deficit Disorder

COS'È L'ADHD?

La caratteristica fondamentale è un persistente pattern di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento o lo sviluppo. Impulsività, irrequietezza, scarsa adattabilità ai cambiamenti, facile distraibilità, sono alcune delle caratteristiche più comuni .

La disattenzione si manifesta a livello comportamentale come divagazione dal compito, mancanza di perseveranza, difficoltà a mantenere attenzione e disorganizzazione, e non è causata da atteggiamento di sfida o da mancanza di comprensione.

L'iperattività si riferisce ad un'eccessiva attività motoria in momenti in cui essa non è appropriata, o a un eccessivo dimenarsi, a tamburellanti o loquacità.

 

Per una spiegazione esaustiva dell'etichetta diagnostica rimando alla pagina

https://www.aidaiassociazione.com/cose-ladhd dell'Associazione Italiana per i Disturbi di Attenzione e Iperattività

oppure https://www.psychiatry.org/patients-families/adhd/what-is-adhd

SENSO COMUNE VS REALTÀ

SENSO COMUNE

I bambini disattenti sono tutti iperattivi

REALTÀ

Alcuni bambini disattenti sono iperattivi, ma molti altri no. I bambini disattenti ma non eccessivamente attivi possono sembrare pigri o poco motivati.

COME ALLENARSI ALL'ATTENZIONE GIOCANDO

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Le difficoltà attentive ed i comportamenti impulsivi possono essere causa di insuccessi scolastici e/o generare pensieri negativi su di sè e bassa autostima.

A volte, anche la "foga" con cui si vivono le relazioni con gli altri può essere causa di rifiuti ed incomprensioni, che non hanno poi un riscontro positivo sulla fiducia e sul valore personale.

 

Il motivo principale per cui è richiesta una diagnosi o l'avviamento di un percorso sono le difficoltà di gestione che i genitori (e/o gli insegnanti) si trovano ad affrontare.

CHI FA LA DIAGNOSI:

-specialisti del Servizio Sanitario Nazionale (NPI= Neuro Psichiatra Infantile) 

oppure

-specialisti privati (Psicologo, Neuro Psichiatra Infantile), in centri specializzati.

LA DIAGNOSI È SEMPRE NECESSARIA?

La diagnosi di ADHD non è semplice: non esistono esami medici specifici.

L’ADHD si può diagnosticare esclusivamente osservando le caratteristiche comportamentali del bambino e raccogliendo le informazioni fornite da fonti multiple e provenienti da diversi contesti, quali la scuola e la famiglia. 

Il primo passo è sempre il colloquio con un esperto (psicologo, neuropsichiatra infantile o psicomotricista) per valutare la situazione.

Anche in assenza di una diagnosi si possono valutare dei percorsi in base alle caratteristiche personali e all'età del bambino.

Per fare alcuni esempi:

-un percorso di psicomotricità;

-un percorso di potenziamento emotivo mirato ad una maggiore consapevolezza di sè, dei propri punti di forza e debolezza ed alla creazione di strategie personali per ottenere risultati positivi (nel contesto scolastico, di relazioni con gli altri ecc..).

Il percorso di potenziamento si svolge attraverso giochi/esercizi, di stampo psicologico, che aiutano e guidano il ragionamento e il pensiero.

AGIRE DALLA QUOTIDIANITÀ

Penso che ogni situazione vada valutata per scegliere un percorso personalizzato in base alle caratteristiche della persona. Ci sono però dei semplici suggerimenti utili in qualsiasi situazione.

Seguire uno stile di vita sano, come per tutti i bambini, è importante soprattutto per chi presenta difficoltà di disattenzione e/o iperattività,  qui sotto alcuni consigli:

seguire abitudini alimentari sane (molta frutta e verdura, cereali integrali e scelta di proteine magre);

praticare attività fisica (incoraggiare i bambini verso attività diverse, appropriate all'età e soprattutto divertenti!);

limitare il tempo passato davanti ai monitor (tv, tablet, cellulare...);

dormire molto e dormire bene (non solo gli adulti hanno problemi di sonno).

I bambini con caratteristiche ADHD tendono a beneficiare di routine e chiare aspettative.

Può essere utile inoltre:

concentrarsi sugli aspetti positivi e premiare i buoni comportamenti;

promuovere il pensiero ad alta voce;

favorire i tempi di attesa;

usare un linguaggio semplice;

dare l'attenzione richiesta quando si passa del tempo insieme.

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