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IL GIOCO È UNA COSA SERIA.

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LA PSICOMOTRICITÀ: DIETRO AI GIOCHI DEI BAMBINI

Nessuno può spiegare il concetto di psicomotricità meglio di un bambino: 

Mamma: “Come è andata? Cos’hai fatto ecc…?”

Bambino: “Ho giocato.”

Proprio così, i bambini a psicomotricità giocano! 

Quindi, per capire la psicomotricità, bisogna capire che il gioco è una cosa seria.

 

La psicomotricità è un' attività psico-corporea rivolta a tutte le età ma in particolare ai bambini. 

Può essere svolta in piccoli gruppi, singolarmente con lo psicomotricista o con il gruppo famiglia, ma in ogni caso le basi dell’attività sono sempre il gioco libero, la rappresentazione e il linguaggio (delle parole e del corpo).

 

 

 

TIPI DI PSICOMOTRICITÀ: RELAZIONALE E TERAPEUTICA

La P. relazionale si rivolge a tutti i bambini, è utile per sviluppare o potenziare la sicurezza in se stessi, il rispetto e la fiducia nel rapporto con gli altri, la comunicazione, la percezione del proprio corpo/del proprio pensiero e la concentrazione

 

La P. terapeutica è indicata soprattutto per bambini con ritardi di sviluppo e/o disabilità

gli obiettivi della pratica sono riconoscere e valorizzare i canali comunicativi utilizzati dal bambino e  mettere a disposizione l’opportunità di modificarli o scoprirne di nuovi.

 

ESISTE UN'UNICA PSICOMOTRICITÀ?

Per molti professionisti non esiste un confine netto tra psicomotricità relazionale e terapeutica, ma esiste un’unica pratica di cui possono beneficiare tutti i bambini. 

Per ogni bambino l’altro è un mondo in cui ci si può riconoscere, differenziare o nel quale si possono scoprire parti “nuove” di sè.

 

L'altro è un punto di vista diverso da me e per questo egli è ricchezza!

Il confronto con un altro 'diverso da me' aiuta il processo di costruzione dell'identità personale.

Sta allo psicomotricista osservare le relazioni tra i diversi bambini ed agire per garantire la sicurezza psicologica e fisica, in un clima di apertura e rispetto dell’atro, che punta a valorizzare ed accettare le differenze proprie ed altrui. 

Si (ri)crea così, nel piccolo gruppo, il mondo che crescendo il bambino scoprirà intorno a sé: un mondo in cui ognuno è unico e diverso dagli altri. La psicomotricità diventa un allenamento alla vita!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Si può capire di più di una persona in un'ora di gioco che in un anno di conversazione.

 

                     Platone

MA CHE COSA FANNO A PSICOMOTRICITÀ?

Le attività base all’interno della pratica psico-motoria sono il gioco/ movimento libero, il gioco simbolico e i giochi di rappresentazione. Ogni incontro segue dei momenti rituali che si ripeteranno in tutti gli incontri.

La durata di un incontro è di 50 minuti.

Nella parte finale dell'incontro sono proposti i giochi di rappresentazione: ogni bambino può scegliere un gioco tra alcune proposte come le costruzioni, i colori, la pasta modellabile, e rappresentare con questi ciò che preferisce.

 

La psicomotricità fornisce al bambino un Tempo e uno Spazio strutturati (la sala di psicomotricità), definiti da precise caratteristiche e materiali, funzionali alla costruzione di una condizione di sicurezza in cui la persona si possa sentire libera di esprimersi.

Non vengono proposti giochi, nè percorsi ginnici, nè attività predefinite, non vengono formulati giudizi di valore o di bravura, nè sul bambino nè sulle azioni che egli compie.

Il ruolo dello psicomotricista è quello di accompagnare il bambino nel percorso che egli stesso si sente pronto ad intraprendere, senza forzare.

Qui è il bambino il protagonista, non l'adulto.

Il tipo di gioco che il bambino scelglie (liberamente) sarà un elemento importante perché parlerà proprio del suo mondo interno.

Avete mai pensato al perchè un bambino svolga un gioco piuttosto che un altro?

Al perchè sia attratto da alcuni materiali/oggetti piuttosto che da altri?

 

Il gioco spontaneo è un potente mezzo di rassicurazione, e il piacere di agire sarà la base per lo sviluppo del pensiero del bambino (B. Aucouturier, 2017).

Lo spazio è un ambiente (materiale ed "emotivo") sicuro, in cui il bambino può sentirsi libero di esprimere i suoi giochi (e cioè i suoi pensieri) senza sentirsi giudicato. 

Lo psicomotricista mantiene, per tutti gli incontri, un clima di apertura dove il bambino possa sentirsi libero di essere, di fare o semplicemente di stare. 

La psicomotricità è un’attività che si basa sul corpo come mezzo di espressione di sé e, per questo, è molto utilizzata con i bambini: per loro il linguaggio del corpo e più utilizzato del linguaggio verbale. 

DOPO IL COLLOQUIO INFORMATIVO POTRÀ ESSERE VALUTATO UNO DI QUESTI PERCORSI:

GRUPPO

Gruppi di 5/6 bambini (omogenei per età).

Un ciclo comprende 10 incontri, ognuno dei quali dura 50 minuti.

Lo spazio di lavoro degli psicomotricisti è la sala di psicomotricità e, in alcuni casi, l'atrio (la sala d'attesa esterna alla sala, lo spazio dove possono aspettare i genitori).

Al termini del percorso è previsto un colloquio tra le psicomotriciste ed i genitori.

Ogni anno sono previsti 3 cicli, da 9 incontri ciascuno, rispettivamente con inizio ad ottobre, gennaio e aprile.

INDIVIDUALE

L’attività individuale avviene tra bambino e psicomotricista.

La durata di ogni incontro (a cadenza settimanale) è di 50 minuti.

Lo psicomotricità valuterà il numero di incontri consigliati in base al colloquio tenutosi con i genitori.

FAMILIARE

L’attività familiare può essere svolta sia con il bambino e un componente della famiglia, sia con il bambino e più membri della famiglia (es. genitori e/o fratelli/sorelle).

La durata di ogni incontro (a cadenza settimanale) è di 50 minuti.

Lo psicomotricità valuterà il numero di incontri consigliati in base al colloquio tenutosi con i genitori.

 

 

Dopo il primo colloquio informativo si deciderà il tipo di percorso più adatto, valutando ogni situazione come unica.

 

A CHI PUÒ ESSERE UTILE LA PSICOMOTRICITÀ?

E’ rivolta principalmente ai bambini perché per loro "dire" ciò che sentono con il proprio corpo è più facile rispetto a quello che si potrebbe dire attraverso l'uso delle parole.

Si rivela particolarmente adatta a tutti i bambini e soprattutto ai bambini timidi e/o insicuri o al contrario molto vivaci e con difficoltà di concentrazione in quanto è una pratica che dà fiducia in sé e negli altri, aiuta a trovare i tempi di concentrazione e a comunicare in sicurezza e serenità.

Ma non fermiamoci qui!

Ogni bambino può essere pensato all'interno della psicomotricità perché essa è il mezzo per vivere il proprio mondo interiore attraverso i migliori modi di espressione: il corpo e il gioco.

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QUALCHE CURIOSITÀ IN PIÙ...

Lo "sviluppo psico-motorio" è uno dei punti di riferimento più importanti quando si considera il bambino all'interno del percorso di crescita.

Attraverso il corpo i bambini sperimentano le emozioni e "parlano" di loro.

E allora il Gioco Spontaneo, che avviene attraverso il corpo, sarà un'attività chiara e sincera del mondo interno dei bambini.

Come afferma B. Aucouturier il bambino apprende molto di più attraverso l'azione ed il piacere che essa genera, che attraverso altre modalità. Il piacere vissuto favorisce lo sviluppo armonico, permette al bambino di esprimere le proprie capacità e di ricercare nuove possibilità (sperimentare, trasformare..).

[...] egli matura a partire dall'esperienza corporea ed esiste innanzitutto attraverso il corpo, in relazione con l'altro, attraverso l'azione ed il gioco.  

Il GIOCO SPONTANEO è RAPPRESENTAZIONE DI SÈ: ciò che ci piace, ciò che non ci piace, ciò che facciamo, le cose che scegliamo.. siamo noi, è la nostra storia! 

Riproducendo azioni nel gioco spontaneo il bambino costruisce la sua identità e si identifica in altro/i (eroi, animali ecc..) per costruire le parti di sè.

Le scelte, anche quelle che appaiono più casuali, non sono mai tali al 100%. C'è sempre qualcosa, spesso di non consapevole, che ci porta verso una scelta, un azione, un pensiero o, in questo caso, un gioco.

Lo psicomotricista stimola la Persona al pensiero e permette, non solo di agire le azioni ma di pensarle (di farle e disfarle mentalmente), di riflettere su di esse. 

Dal piacere di agire/giocare si può giungere al piacere di pensare.

 

Pensare non solo l'azione ma anche l'emozione che la innesca, emozioni

che spesso sono molto potenti e dalle quali è possibile decentrarsi e depotenziarle 

solo vivendole con il corpo, e cioè attraverso il gioco.

La psicomotricità non è solo un'esperienza corporea ma è anche e soprattutto

un'esperienza emotiva.

Dal movimento si passa per il gioco e si arriva allo sviluppo del pensiero.

Il linguaggio del corpo e i significati che i diversi giochi, che nella loro parte più profonda, comunicano alla persona sono come le "parole" che spesso è difficile esprimere.

 

LO PSICOMOTRICISTA ASCOLTA IL CORPO DELLA PERSONA COME LO PSICOLOGO ASCOLTA LA PAROLE.

LA FORMAZIONE DI UNO PSICOMOTRICISTA

Garante della sicurezza fisica, affettiva e psicologica, lo psicomotricista, per essere definito tale, deve aver svolto una formazione in una scuola triennale di Psicomotricità.

Il percorso di studi prevede una formazione a tre livelli: teorico, pratico e personale.

 

Promotore della connessione e dello scambio tra l’area motoria, affettiva e cognitiva di ogni bambino e tra i diversi bambini.

All'interno della psicomotricità lo psicomotricista è la figura in grado di ascoltare empaticamente il bambino e il suo corpo, egli è il garante della sicurezza fisica e della sicurezza affettiva dentro la sala.

Può diventare partner simbolico nei giochi dei bambini ma è contemporaneamente attento alle continue dinamiche che avvengono nel gruppo, rimanendo in ascolto del linguaggio verbale e corporeo di tutti i membri.

Ripeto: qui è il bambino il protagonista, non l'adulto!

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Queste righe sono solo una piccola e concentrata spiegazione del concetto di psicomotricità, dietro al quale ci sono

 

molti anni di studio.

 

Se vuoi avere qualche informazione in più contattami! Ne parleremo insieme!

 

Intanto spero di averti trasmesso delle informazioni utili su quest'attività, in cui io credo molto.

 

                                                                                                                                          

 

 

                                                                                                                                                                                               Mariasole

BIBLIOGRAFIA

Aucouturier B. (2018) “Agire, giocare, pensare. I fondamenti della pratica psicomotoria, educativa e terapeutica”, Raffaello Cortina Editore, Milano.

 

Lapierre A. & Aucouturier B. (1975). “La Symbolique du mouvement: psychomotricité et éducation. Psychomotricité et éducation”, Épi, Parigi.

 

Mendel G. (1988), La Psicoanalisi rivisitata. Tr. It. Lucarini, Roma 1990.

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